Un bosco di latifoglie ad alto fusto, esteso 140 ettari,
in cui dominano Cerro e Farnetto. La Macchia di Capocotta è un'area naturale
"antica", "non ha mai conosciuto l'aratro". Neppure i
romani, che colonizzarono per usi agricoli tutto il territorio intorno a Roma,
ne coltivarono i terreni sabbiosi.
E’ il bosco di querce meglio conservato della Riserva e
costituisce anche il rifugio di un piccolo branco di daini: al suo interno
troviamo l’unico stagno permanente della Riserva di Decima Malafede.
Tra i rettili è segnalata la presenza della testuggine
d’acqua dolce (Emys orbicularis) oltre che della testuggine terrestre (Testudo
hermanni); tra gli anfibi la rana verde, la raganella e la rana agile.
Durante il periodo riproduttivo nidificano in questa
formazione boschiva il Nibbio bruno e tre specie di Picidi: il Picchio verde,
il Picchio rosso maggiore e il Picchio rosso minore.
La macchia appartiene alla famiglia Vaselli e Roma Natura
ha pagato per anni un affitto ai proprietari per garantire la conservazione del
bosco.
Il recesso dal contratto di locazione del bosco “Macchia
di Capocotta” – richiesto da Roma Natura potrebbe determinare il taglio del
bosco con conseguenze catastrofiche sulla fauna, sulla struttura vegetazionale
e sul regime delle acque.
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