Tra
problemi giudiziari del nano di Arcore, le infelici, razziste esternazioni del
Calderoli di turno e le inevitabili chiacchiere sul tempo e sulle vacanze, è
stata praticamente oscurata una notizia che avrebbe meritato ben altro rilievo
e ben altra reazione.
Qualche
giorno fa il governo del “fare” ha deciso di attuare un’ulteriore fase della
distruzione del nostro Stato attraverso una serie di manovre per complessivi
400 miliardi, di cui una buona parte è rappresentata dalla (s)vendita del
patrimonio immobiliare e territoriale,
cosa, per altro già prevista dal precedente governo Monti e non attuata per la
caduta dello stesso.
Tutto
ciò per tener fede al “Fiscal Compact” che partirà dal 2015 e che prevede l’abbattimento
del debito al 60% del Pil (attualmente siamo quasi al 130%) e il pareggio di
bilancio.
Due
obiettivi che, realisticamente, l’Italia (e
non solo) non potrà centrare nei tempi e nei modi previsti. Però in nome di
questi accordi, sottoscritti in maniera, spero, incosciente e irresponsabile e
non complice e interessata, si tenta di completare un’operazione di
smantellamento e di depotenziamento dello stato, quale l’abbiamo conosciuto
fino ad oggi, attraverso, prima, la distruzione dei diritti dei lavoratori e
oggi attraverso la svendita (secondo loro obbligata) delle nostre ricchezze
artistiche, paesaggistiche, naturali.
Quando
ci dicevano che se non avessimo fatto sacrifici e rinunce avremmo fatto la fine
della Grecia, mentivano, ben sapendo che la fine della Grecia era già scritta
negli accordi sottoscritti, anche se, per l’Italia, dato il suo diverso peso nell'economia europea, i
tempi sarebbero e saranno più dilatati.
La
Grecia ha svenduto le sue isole, le sue industrie, i suoi porti, gli aeroporti
l’unica sua ricchezza: la sua identità e la sua storia.
Lo
stesso sta accadendo e accadrà in Italia in cui il processo, iniziato nel 1992,
di privatizzazione e liberalizzazione contrapposta allo stato sociale e
garante, ci porterà a vendere, oltre la nostra dignità di cittadini e
lavoratori che già abbiamo concesso, anche i gioielli di famiglia, l’unica vera
ricchezza del nostro paese, che finiranno, ovviamente, in mano ai soliti speculatori,
magnati nazionali ed esteri e, sicuramente, anche in mano alle vere
responsabili di questa situazione: le grandi banche.
Quindi
le questioni Alfano, Berlusconi, Bonino, Calderoli & c.e tutte le altre
polemiche che accompagnano le vicende di questo governo, non vorremmo che
fossero un’abile strategia per distrarre e far passare sottobanco decisioni ben più gravi e
deleterie.
In
questo, un ruolo fondamentale d’informazione e denuncia lo hanno le opposizioni
presenti in Parlamento, soprattutto in questa fase di rilassamento estivo che,
la storia ci insegna, è quello in cui vengono prese le misure più impopolari.
Ci
hanno scippato il presente, impediamogli di scippare il futuro!
MIZIO
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