martedì 16 luglio 2013

ACHTUNG!..L'ITALIA VA ALL'ASTA!






Tra problemi giudiziari del nano di Arcore, le infelici, razziste esternazioni del Calderoli di turno e le inevitabili chiacchiere sul tempo e sulle vacanze, è stata praticamente oscurata una notizia che avrebbe meritato ben altro rilievo e ben altra reazione.
Qualche giorno fa il governo del “fare” ha deciso di attuare un’ulteriore fase della distruzione del nostro Stato attraverso una serie di manovre per complessivi 400 miliardi, di cui una buona parte è rappresentata dalla (s)vendita del patrimonio  immobiliare e territoriale, cosa, per altro già prevista dal precedente governo Monti e non attuata per la caduta dello stesso.
Tutto ciò per tener fede al “Fiscal Compact” che partirà dal 2015 e che prevede l’abbattimento del debito al 60% del Pil (attualmente siamo quasi  al 130%) e il pareggio di bilancio.
Due obiettivi che, realisticamente,  l’Italia  (e non solo) non potrà centrare nei tempi e nei modi previsti. Però in nome di questi accordi, sottoscritti in maniera, spero, incosciente e irresponsabile e non complice e interessata, si tenta di completare un’operazione di smantellamento e di depotenziamento dello stato, quale l’abbiamo conosciuto fino ad oggi, attraverso, prima, la distruzione dei diritti dei lavoratori e oggi attraverso la svendita (secondo loro obbligata) delle nostre ricchezze artistiche, paesaggistiche, naturali.
Quando ci dicevano che se non avessimo fatto sacrifici e rinunce avremmo fatto la fine della Grecia, mentivano, ben sapendo che la fine della Grecia era già scritta negli accordi sottoscritti, anche se, per l’Italia, dato il suo diverso peso nell'economia europea, i tempi sarebbero e saranno più dilatati.
La Grecia ha svenduto le sue isole, le sue industrie, i suoi porti, gli aeroporti l’unica sua ricchezza: la sua identità e la sua storia.
Lo stesso sta accadendo e accadrà in Italia in cui il processo, iniziato nel 1992, di privatizzazione e liberalizzazione contrapposta allo stato sociale e garante, ci porterà a vendere, oltre la nostra dignità di cittadini e lavoratori che già abbiamo concesso, anche i gioielli di famiglia, l’unica vera ricchezza del nostro paese, che finiranno, ovviamente, in mano ai soliti speculatori, magnati nazionali ed esteri e, sicuramente, anche in mano alle vere responsabili di questa situazione: le grandi banche.
Quindi le questioni Alfano, Berlusconi, Bonino, Calderoli & c.e tutte le altre polemiche che accompagnano le vicende di questo governo, non vorremmo che fossero un’abile strategia per distrarre e far passare sottobanco decisioni ben più gravi e deleterie.
In questo, un ruolo fondamentale d’informazione e denuncia lo hanno le opposizioni presenti in Parlamento, soprattutto in questa fase di rilassamento estivo che, la storia ci insegna, è quello in cui vengono prese le misure più impopolari.

Ci hanno scippato il presente, impediamogli di scippare il futuro!

MIZIO

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