I
centrotrenta potenti del mondo, coloro che decidono le sorti dell’economia (e
non solo) mondiale, si sono incontrati a Roma il tredici novembre scorso. Si
tratta del cosiddetto Gruppo Bilderberg le cui riunioni sono sempre avvolte dal
massimo della segretezza. L’incontro doveva tenersi all’Hotel Russie ma, per
maggiore riservatezza - data la concomitanza con il festival del Cinema - è
stato spostato in Campidoglio. I bene informati pensavano che il meeting si
dovesse tenere alle 18 ma è stato invece spostato a un’ora dopo quando gli
ospiti stranieri si sono riversati in piazza del Campidoglio.
I
PARTECIPANTI ITALIANI E STRANIERI
Alle
19.45 è stato visto entrare Ignazio Visco, governatore della Banca Centrale; un
quarto d’ora dopo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, seguito dal presidente
del Consiglio Mario Monti, avvistato intorno alle 20.30. Tra i ministri del
governo tecnico erano presenti anche Corrado Passera (delega allo Sviluppo
Economico) e Francesco Profumo titolare del dicastero all’Istruzione
Tra
gli altri invitati Mauro Moretti, ex sindacalista della Cgil; Angelo Cardani,
presidente di Agcom; Fulvio Conti dell’Enel; Anna Maria Tarantola presidente
della Rai; Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit; Paolo
Scaroni, amministratore delegato di Eni; Franco Barnabè di Telecom Italia,
Alberto Nagel ad di Mediobanca, Enrico Cucchiani di Mediaintesa e Rodolfo de
Benedetti del Gruppo Cir.
Dall’estero
sono invece arrivati Tom Enders, Ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, il
canadese Edmund Clark boss della Td Bank, Kenneth Jacobs numero uno di Lazard e
l'americano capo dell'Alcoa Klaus Kleinfeld.
C’erano
anche il francese Henri Castries presidente del gruppo Axa, il tedesco Josef
Ackermann presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Executive
Committee Deutsche Bank, lo statunitense Keith Alexander comandante dell’Us
Cyber Command e direttore dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale, lo spagnolo
Joaquin Almunia vicepresidente Commissario per la concorrenza Commissione
Europea, lo statunitense Roger Altman presidente della Evercore Partners, il
portoghese Luis Amado presidente del Banco Internacional do Funchal, il
norvegese Johan Andresent proprietario e amministratore delegato della Ferd, il
finlandese Matti Apunen direttore Finnish Businness and Policy Forum Eva, il
turco Ali Babacan vice primo ministro per gli affari economici e finanziari, il
portoghese Francisco Pinto Balsemao presidente e Ceo di Impresa ed ex primo
ministro, il francese Nicolas Baverez Partener della Gibson Dunn & Crutcher
LLP, il francese Christophe Béchu senatore e presidente del Consiglio Generale
del Maine et Loire, e il turco Enis Berberoglu editore del quotidiano Hurriyet.
Tutti
i nomi presenti sono personaggi abitualmente chiamati a partecipare agli
incontri del Bilderberg anche quando si tengono in altre nazioni. A questi se
ne aggiungono altri che restano segreti nonostante gli insiders provino in
tutti i modi a stanarli.
I
TEMI DELLA DISCUSSIONE
Di
cosa si è discusso in questo vertice mondiale di governanti e banchieri di
tutte le specie? Dell’andamento economico del globo, questo è certo nonostante
non arrivino conferme ufficiali. E tenendosi in Italia, nel vertice si sarà
discusso molto probabilmente di eurozona e degli andamenti economici di nazioni
che non ce la fanno a stare al passo con la tabella di marcia imposta dai
mercati.
Indiscrezioni
raccontano però che, oltre a euro-questioni, durante l’incontro siano state
affrontate anche tematiche legate alla politica italiana.
E
infatti la domanda che si pongono gli italiani è che cosa ci facesse il premier
Mario Monti a questo incontro insieme alla sua squadra di governo, praticamente
al completo salvo rare eccezioni. Monti è un habitué del Bilderberg, tanto è
vero che in passato ha già preso parte ad altri incontri insieme a Paolo
Scaroni di Eni e Franco Barnabè di Telecom Italia.
Da
fonti interne a Palazzo Chigi arrivano però soltanto dei rumours: Mario Monti
avrebbe presentato una relazione su come far uscire l’Italia dalla crisi
economica in cui è sprofondata. Manovre finalizzate a perseguire gli scopi dei
vertici più alti delle banche mondiali, che coincidono però con le tanto
agognate misure di impoverimento del Paese Italia messe in campo negli ultimi
dodici mesi. Sempre secondo indiscrezioni emerge che si è parlato anche di un
eventuale commissariamento dell’economia dei paesi più deboli della zona euro
tra i quali oltre alla Grecia e alla Spagna guarda caso figura proprio
l’Italia.
Perché
mai l’incontro è stato previsto proprio a Roma e come mai alcuni ministri del
Governo sono stati invitati alla mensa del Re? Probabilmente – e siamo nel
campo delle ipotesi, perché di conferme ufficiali non ne arriveranno mai - i
potenti del mondo hanno chiesto garanzie politiche ed economiche proprio ai
banchieri di casa nostra, sempre disponibili e asserviti nei confronti delle
lobby mondiali.
LE
CONSEGUENZE PER L’ITALIA: ACCELERATA SUL MONTI BIS
Gli
osservatori più attenti ritengono che si sia chiesto all’Italia di rispettare i
patti e garantire, quindi, con il risanamento del debito pubblico attraverso la
tassazione ai cittadini, la stabilità economica che le banche pretengono. Non
per nulla la maggior parte degli appartenenti al Bilderberg rappresentano i più
potenti istituti di credito del mondo. Tutto questo però potrebbe portare al
disastro per l’Italia.
Una
tesi portata avanti anche dal giornalista russo Daniel Estulin, specialista
delle influenze del Bilderberg sull’economia mondiale, che parlando di Mario
Monti, ha svelato il piano per la distruzione dell’Italia, risultante dal
rispetto dei patti con il Bilderberg.
“Qualunque
governo che cercherà di ripagare questo debito distruggerà il proprio paese,
tutto quello che finora si è fatto è stato obbligare i cittadini a pagare il
debito pubblico gonfiato dagli interessi usurai della finanza internazionale e
aggravato nell’eurozona, dall’impossibilità di ricorrere, a costo zero,
all’ossigeno della moneta sovrana. Dal momento che non possiamo pagare e non
può farlo nemmeno il governo, allora ci si rivolge alle istituzioni finanziarie
internazionali. Chiunque tenta di farlo distruggerà il proprio paese”.
Con
molta probabilità a Mario Monti è stato chiesto di impegnarsi ancora
personalmente nella politica italiana per permettere che il sistema bancario
continui ad avere la meglio sulla nostra economia. E questo, con qualsiasi
altro premier, non sarebbe stato possibile come con il Professore.
IL
DOPO BILDERBERG E LE DICHIARAZIONI IN KUWAIT
Solo
in questa chiave è possibile spiegare le dichiarazioni che lo stesso Mario
Monti ha rilasciato nella sua recente visita in Kuwait dove ai petrolieri
asiatici si è presentato come l’unico in grado di poter fornire garanzie in
vista di futuri investimenti in Italia.
"Non
posso garantire per il futuro – questo ha dichiarato Mario Monti a chi gli
chiede se abbia fornito in Kuwait garanzie sull'affidabilità dell'Italia dopo
il suo mandato - chi governerà deve avere come obiettivo quello di continuare a
garantire crescita, giustizia, lotta a corruzione e evasione. Le valutazioni
sono ai minimi e servono capitali per la crescita. Abbiamo illustrato a
potenziali investitori che è il momento in cui i titoli a reddito fisso e le
valutazione delle imprese in Italia sono bassi”. Tradotto: venite a comprare
che vendiamo a prezzi stracciati.
Dopo
la riunione del Bildeberg lo stesso Monti ha assicurato però che “i conti
pubblici stanno avviando un percorso di risanamento e le riforme sono sulla
strada giusta: questo permetterà ai paesi euro, nel loro insieme e
individualmente, di diventare più solidi e stabili".
Il
premier ha anche ricordato che l'Italia ha adottato tutti gli strumenti
necessari per rendere il paese più attraente agli investitori del Golfo.
“Appena
il mio governo si è insediato – ha anche sostenuto - abbiamo avviato una
politica di risanamento dei conti basata su rigore ed equità, che ci permetterà
di raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio”. Lo ha fatto citando anche le
riforme strutturali adottate dal suo governo: quella del sistema pensionistico
che rende sostenibile il sistema previdenziale per i conti pubblici, la riforma
del mercato del lavoro e tutta una serie di provvedimenti per aumentare la
concorrenza e favorire la liberalizzazione dei servizi e delle professioni.
Una
serie di passaggi che fanno intuire quello che molte forze politiche vorrebbero
che fosse reso pubblico. Il Bilderberg ordina a Monti di continuare a governare
per la stabilità del sistema nel nostro Paese. A danno di chi? Dei cittadini
che continueranno a vedersi impoveriti ogni giorno di più mentre i soldi pagati
con le loro tasse andranno a colmare - in maniera insufficiente - il debito
pubblico. Creando però disoccupazione, povertà e disperazione. E ricchezza per
le banche, ça va sans dire.
di Viviana Pizzi
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