E adesso la pubblicità!
Dopo la kermesse mediatica che ha trasformato le elezioni
per le primarie del centro-sinistra in
un circo “Barnum” ora aspettiamo trepidanti il ballottaggio. Nell’ attesa
qualche piccola prima disamina e considerazione.
Al di là delle dichiarazioni e dello spettacolo messo in
piedi l’analisi dei dati e dei numeri rimane la più corretta e valida.
In questo senso i dati definitivi sull’affluenza alle
primarie sono impietosi. Nonostante la più grossa campagna di mobilitazione al
voto su più piattaforme (dalle piazze, ai social network, ai giornali, alla tv
pay e generalista) anche queste primarie confermano un dato oggettivo di
declino dell’affluenza per questo tipo di elezioni. Su dati ufficiali, queste
primarie di coalizione hanno raggiunto lo stesso numero di partecipanti di
quelle, con il solo Pd, del 2009 (poco più di 3 milioni di votanti). E’
evidente che nello stesso Pd, pur al centro dell’attenzione mediatica, c’è
stato un calo di affluenza. E le primarie del 2009 rappresentavano il punto più
basso di affluenza, in questo genere di elezione, raggiunto da quel partito. Rispetto alle ultime primarie di coalizione,
quelle del 2005, il calo è spettacolare. Una perdita di più di un quarto dei
votanti, circa un milione e duecentomila voti di meno, quando nel 2005 il
dispositivo per questo genere di elezioni non era sofisticato come oggi. E c’è
da considerare anche una corposa contaminazione di elettorato di centrodestra
(fondamentalmente pro-Renzi), come da numerose testimonianze, come mai era
accaduto nelle precedenti primarie. Eppure non è mancato l’effetto annuncio con
i media che, durante la giornata elettorale, hanno parlato continuamente di
boom votanti, riprendendo le indicazioni dei portavoce dei candidati, cercando di
creare un’ onda che trascinasse verso il
voto. Le file, frutto di una organizzazione approssimativa sul territorio hanno
fatto quindi parte della scenografia non della realtà. Vedremo quale effetto
farà la scenografia sull’elettorato al momento delle elezioni politiche. Del
resto siamo di fronte ad uno spettacolo politico che, come negli Usa, gonfia i
palinsesti e attrae audience e quindi pubblicità. Le primarie si mostrano così,
sul piano della mobilitazione reale, un istituto già usurato, nell’intenzione originaria di raccogliere
consensi allargati, nel momento in cui sembra raggiungere il suo acme
spettacolare.
Nel 2006, dopo le primarie boom del 2005, ad esempio il
centrosinistra e riuscì a far eleggere un governo debole che durò poche decine
di mesi. Dal punto di vista dei numeri siamo quindi di fronte a modalità di
mobilitazione politica minore nella società. Magari di una minoranza strategica
per vincere le elezioni in una società politicamente frammentata ma non certo da scambiare per una maggioranza
esaltante e non esaltata. Dal punto di
vista dei risultati arrivano al ballottaggio due candidati di centro-destra.
Entrambi assolutamente compatibili con procedure e dettati politici Ue, Bce,
Ecofin che hanno portato l’Italia in una contrazione economica permanente che sta
producendo disastri sociali impensabili per questo paese. Che dalle primarie esca un PD più bersaniano
o renziano, onestamente, è solo un problema di organigramma interno a quel partito.
Un’ ultima annotazione sul terzo arrivato. Caro Vendola
era proprio necessario partecipare in quei termini, con accordi al ribasso con
Bersani , in quella, che si è dimostrata una non-scelta tutta interna al PD, e
che ha lasciato scoperto tutto il lato sinistro dello schieramento politico
(almeno quel che ne rimane). Si vuole proprio il successo dell’astensionismo e
dei grillini!?
L’Italia e gli italiani si meritano altro. O no?
MIZIO
Dati da Nique la Police (Senza soste.it)
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