mercoledì 6 luglio 2011

I PINI DI CAMPOLEONE COME LA VAL DI SUSA

Come tutti sanno in Val di Susa in base a decisioni prese nel "supremo interesse del paese" ci si appresta a compiere l'ennesimo scempio ambientale, passando sopra e infischiandosene delle proteste e dell'avversione della comunità locale a tale opera.
Facendo i debiti distinguo e proporzioni lo stesso ci si accinge a fare a Campoleone, località sita nel comune di Aprilia (LT), la cui importanza è dovuta alla presenza della stazione omonima che serve i pendolari della provincia di Latina Nord e di Roma Sud. Detta stazione è collegata alla SS Nettunense da una strada interna alla frazione, chiamata Via dello Scalo, avente ai lati abitazioni, rari negozi e un filare di pini di oltre 50 anni che abbelliscono la zona, offrono ombra ai viandanti e ai mezzi parcheggiati, e ospitano, inoltre,  numerose colonie di uccelli nidificanti: tortore, merli, passeri, civette, storni. Ora si deve sapere che per risolvere il problema dei parcheggi qualche anno fa il comune di Aprilia costruì un parcheggio a pagamento, situato dalla parte opposta rispetto la via in questione. Tale parcheggio prevede per raggiungere la stazione una specie di percorso di guerra tra rovi, erbacce, serpenti, cani randagi e presenze umane alquanto inquietanti, il tutto, ovviamente, senza alcuna vigilanza e con l'illuminazione quasi sempre mancante, se ne converrà che, specialmente di sera, rappresentano motivi più che sufficienti per non utilizzarlo. Quindi, la strada in questione, diventa giornalmente un parcheggio (spesso selvaggio). A questo punto qualche benpensante nell'amministrazione comunale, invece di pensare a rendere funzionale e sicuro la struttura esistente, ha pensato di far diventare un parcheggio (sicuramente a pagamento) la strada in questione e per far spazio a un numero maggiore di macchine si provvederà all'abbattimento dei pini in questione; ovviamente le motivazioni date ufficialmente parlano di messa in sicurezza della strada che i pini "minacciano" chissà in quale modo (forse militarmente). Fortunatamente la notizia si è sparsa e ha suscitato le reazioni dei residenti che con quei pini sono cresciuti e ci convivono senza problemi. Ovviamente una volta messa in moto la macchina burocratica cieca e ottusa va avanti come un carro armato e  l'arrivo delle maestranze per ottemperare alla delibera comunale è possibile da un momento all'altro.Nel piccolo questo è un ulteriore esempio di come nel nostro paese, le motivazioni di carattere economico hanno sempre la prevalenza su tutto il resto, chi si oppone agli scempi nella migliore delle ipotesi è uno che "non capisce" ed è contro il progresso, nella peggiore un terrorista eversivo. La distorta mentalità che lo sviluppo debba per forza passare attraverso la distruzione del territorio, l'uso indiscriminato delle risorse naturali, siano esse piante, animali, ecosistemi, come se tutto al mondo esistesse solo per il piacere di farsi distruggere da poveri ottusi quale noi siamo.
Bene quindi i coraggiosi abitanti della Val di Susa che combattono per la salvaguardia del proprio territorio, bene anche gli abitanti di Campoleone se decideranno di difendere i loro pini.

"La terra non ce l'hanno data i nostri padri, ce l'hanno prestata i nostri figli"
(proverbio boscimano)
MIZIO

Nessun commento:

Posta un commento