venerdì 15 luglio 2011

LA SOFFERENZA DEGLI ANIMALI E' SILENZIOSA....MA ACCETTABILE?

Jean Henry Fabre, “Gli ausiliari”
“Non è uomo ma bruto chi si compiace di torturare un animale. E’ un’azione empia, altamente riprovata dalla morale; l’ignoranza la spiega, ma non può scusarla. Anche se l’animale fosse nocivo, sbarazziamocene con la morte, ma guardiamoci sempre dall’infliggere inutili dolori, dal far soffrire al solo scopo di far soffrire. Significherebbe inaridire in noi uno dei più nobili sentimenti: la compassione, risvegliando istinti feroci, che troppo spesso conducono alle terribili conseguenze del delitto. Chi si compiace di torturare le bestie non può compatire le miserie dei suoi simili; è un cuore duro, propenso al male”.








C'è una realtà che vede torturati e continuamente offesi, sfruttati e calpestati degli esseri indifesi, solo per il nostro quotidiano consumo.
Sto parlando degli animali, che subiscono sofferenze indescrivibili sui loro corpi che hanno la stessa nostra sensibilità al dolore. Violenze anche psichiche che l'animale non riesce a spiegarsi, che non ha modo di capire, perchè non è nato per essere un prodotto di consumo. Perchè dona rispetto e riceve violenza. Questi gesti si compiono in nome del puro divertimento o del benessere dell'essere umano: vestiti, scarpe, shampoo, trucco, cibo e medicinali. Ma è davvero indispensabile percorrere questa strada per arrivare al nostro agio?






Scusate animali, se a volte vi considero simili a noi!




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