venerdì 12 ottobre 2012

NONNA TI SPIEGO PERCHE' CONVIENE TORNARE ALLE LIRE


lire-italiane

Trovare altre vie per analizzare lo stesso fenomeno può essere d'aiuto per comprenderlo più a fondo. È il caso della visione sulla crisi di Paolo Barnard. Economista della scuola di John Maynard Keynes, ha co-fondato Report ed ha scritto sui maggiori quotidiani nazionali, pubblicato libri e tenuto conferenze in giro per l'Italia.
La sua visione economica, per quel che ci riguarda ora da vicino, ovvero la crisi italiana, verte su una manciata di punti: un'elite di speculatori ha creato l'euro per mettere in crisi le economie, con la lira non sarebbe nato alcun debito, la speculazione è un invenzione e la spesa statale è fondamentale, non si deve tagliare. Sul web si può trovare un pdf di una sessantina di pagine intitolato “Nonna, ti spiego la crisi economica”. I sommi capi sono i seguenti, se vorrete espandere la vostra curiosità, cliccate sul link in fondo alla pagina.

LE LIRE. Se uno stato ha moneta sovrana non acquisisce debito. Con chi poi, con se stesso? No. Dagli anni '70, grazie ad accordi internazionali è stato abolito il vincolo dell'oro per stampare moneta. Non dovevi più avere tanti lingotti d'oro pari ai soldi che immettevi in circolo. Quindi la lira poteva essere stampata quasi illimitatamente. Se immettevi troppa moneta potevi facilmente correggere il tiro alzando le tasse per un periodo affinchè la quantità di denaro in circolo diminuisse.
IL DEBITO PUBBLICO PER L'ITALIA:DEVE ESSERCI. Il debito è spesa pubblica. C'è quella buona che commissiona lavori alle imprese e da servizi ai cittadini e quella cattiva, che investe in sprechi e corruzione. La spesa pubblica buona è fondamentale e deve essere una spesa in debito perchè se lo stato facesse girare meno soldi di quelli che le entrano con le tasse, che crescita crea? Proprio tagliando la spesa ora sta condannando l'economia.
IL DEBITO DERIVATO DALL'EURO: LA TRUFFA. La moneta unica europea non è stampata dai singoli stati ma dal sistema delle banche centrali europee. Il denaro esce da lì ed entra nelle tasche di grandi capitalisti. Noi italiani, come gli altri stati, dobbiamo farci sempre prestare gli euro da questi personaggi facoltosi che li comprano, dovendo inoltre restituire alti tassi d'interesse.
LE ÉLITE BANCARIE CHE PROVOCANO LE CRISI. La conquista della democrazia, sudata dal popolo a suon di guerre, ha tolto alle élite di potere una grande fetta di ricchezze rispetto al passato, che ora viene distribuita per assicurare benessere, sanità ed istruzione a tutti i cittadini. Per riavere indietro il loro potere, minacciato da milioni di cittadini benestanti e informati, creano le crisi economiche a tavolino. Il gruppo di banche d'affari Goldman Sachs ha aiutato la Grecia a falsare i suoi bilanci per entrare nell'Euro e poi l'ha piegata sotto al peso degli interessi, provocandone la crisi.
L'élite ha due scopi per provocare la caduta delle democrazie occidentali: espandersi in mercati come la Cina e L'india ma produrre a basso prezzo, e acquisire a due soldi immobili e servizi statali, privatizzandoli. Il primo obiettivo si compie quando lo stato è costretto a tagliare gli stipendi obbligando la gente disperata a lavorare per 800 euro. Ecco abbattuti i costi di forza lavoro. Il secondo obiettivo si concretizza quando lo Stato in crisi deve svendere i propri possedimenti per pagare i debiti a loro, includendo spiagge, ferrovie, acqua, luce etc. Così i privati che le acquistano hanno clienti assicurati. Nessuno può vivere senza spostarsi o senza bere.
DIRE NO AI MERCATI. IL CASO DELL'ISLANDA. Una cosa che l'Italia potrebbe fare è semplicemente non cedere ai ricatti delle banche e del mercato che minacciando il nostro default (che è una bugia) se non stiamo alle loro regole. Potremmo non pagare il debito e uscire dall'Euro. Peggio di così non potrebbe andare e ritroveremo la nostra sovranità monetaria.
Così ha fatto l'Islanda, prima economia fiorente, poi disastrata dalla privatizzazione delle sue quattro banche principali, che per espandersi all'estero si sono indebitate. Ha di recente indetto due referendum, in entrambi l'esito è la volontà di non restituire il debito. Ora i quattro esponenti delle banche responsabili del danno sono in galera e l'Islanda si appresta a riammodernare la Costituzione per evitare simili scempi futuri.
Mario Monti, tra le sue innumerevoli cariche in seno ad importanti organizzazioni finanziarie ed economiche, è stato international advisor per Goldman Sachs e membro del Senior European Advisory Council di Moody's. Insomma è proprio incuneato nell'élite che Barnard profila nella sua analisi. Come può un europeista filobancario traghettarci verso un esclusione dall'Euro e verso una riscossione democratica? Non può ed i principali partiti lo esortano a candidarsi perchè la fascia di cittadini medio ricchi non subirà danni. anzi. Al contrario di noi.


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