Gli
scandali e le ruberie venute alla luce negli ultimi mesi rappresentano uno dei
punti più bassi mai toccato dalla politica e dai suoi rappresentanti in Italia
(e sì che non c’eravamo fatti mancare nulla nel recente e meno recente
passato). Questi signori di fronte alle proprie responsabilità, non sanno far
altro che difendersi accusando tutti gli altri, seguendo il principio attuato
da sempre: tutti colpevoli, nessun colpevole. Questo denota, oltre che un
disprezzo totale verso il proprio ruolo e ciò che avrebbero dovuto
rappresentare nel momento in cui erano stati eletti, una vera e propria
incapacità e stupidità (politica o cognitiva non sappiamo) nell’interpretare il
contingente. Basta rileggersi le dichiarazioni dei suddetti dopo essere stati
trovati con le mani nella marmellata, si va dalla spocchia di un Formigoni che
parla di sfigati a proposito delle proprie vacanze pagate (a sua insaputa?) dal
maggior fornitore della sanità lombarda minacciando querele a destra e a manca,
all’indignazione sospetta e tardiva della governatrice del Lazio che tenta un
recupero di credibilità in extremis promettendo di armarsi di ramazza (epigono
casalingo del vecchio e caro manganello) e di fare pulizia nella casa di cui
lei era tenutaria.
C’è,
allora da chiedersi cosa stia succedendo. Davvero solo ora ci si accorge che
anche gli enti locali erano sacche di mala politica e di malaffare? Ingenuità o
complicità, interesse o colpevole silenzio.
Qualunque
sia la risposta un dato è inequivocabile, ormai fare politica in Italia a
livello percettivo equivale a sporcarsi le mani per i propri interessi tanto da
far pensare che si tratti di un difetto congenito presente da sempre nel nostro
DNA.
Tenendo,
anche presente che, a fronte di tutto ciò appare perlomeno inadeguata e
limitata l’indignazione e la ribellione delle coscienze singole e collettive.
Ci
si limita a qualche sfottò indignato o satirico sul web, una sparuta minoranza
se ne ha l’occasione scende in piazza per dare visibilità al proprio
malcontento, ma tutto rimane come sospeso a mezz’aria al pari di spiriti
evocati in sedute medianiche che non riescono a trovare un canale per
manifestarsi.
E
allora c’è spazio per tutto e il contrario di tutto, si va dalle dichiarazioni vaticane
che auspicano una maggior presenza dei cattolici nella vita politica italiana,
considerando evidentemente i Formigoni, i Casini, I Berlusconi, i Letta, le
Bindi, rappresentanti degli Avventisti del 7°giorno anziché assidui e fedeli
(in tutti i sensi) frequentatori di sacrestie e family day, passando attraverso
la nascita di numerosi movimenti di protesta (primo fra tutti il 5 stelle di
Grillo) che cercano di incanalare e rappresentare l’indignazione popolare,
glissando, però in genere, sul dove ci porterebbero una volta ottenuto il
potere.
I
partiti storici (se si possono definire tali partiti che nati negli ultimi 20
anni dalle ceneri dell’altra Tangentopoli hanno cambiato nome e posizioni innumerevoli
volte) non sanno a che santo o demone appellarsi.
Il
centrodestra balla sta ballando sull’amletico dubbio Berlusconi si, Berlusconi
no (tanto decide lui, come al solito), con gli ex An, ex MSI, ex fascisti
pronti a fare le valigie e a posizionarsi in postazioni meno compromettenti,
orfani nel frattempo del proprio mentore Fini che, folgorato sulla via di
Damasco, ha scelto il centro (di che?) con Casini, Rutelli e contorno di
Montezemoli vari.
Alla
fine, tutti questi sceglieranno per la loro rappresentanza il rassicurante
ombrello di Monti e dei suoi tecnici
La
Lega sta cercando di ricostruirsi una verginità dopo il terremoto degli
scandali della famiglia bossiana e del cerchio magico, con un’opposizione tanto
sterile quanto strumentale al governo Monti e, per le prossime elezioni,
probabilmente terrà un profilo defilato accentuando il proprio distacco dalla
politica centrale, essendo l’unico argomento capace di tenere unito il
malcontento nordista, e, andando ad accordi locali separati e svincolati negli enti locali.
L’IDV
di Di Pietro fatica a trovare una sua collocazione essendosi legato a doppio
filo a quella foto di Vasto di cui gli altri due soggetti pare ne abbiano cancellato la memoria.
Arriviamo
così a parlare di quella che si autodefinisce ancora, con molto senso
dell’humor, sinistra ed entriamo nello psicodramma da cui Pirandello avrebbe potuto attingere a
piene mani per le sue opere e il dott. Freud avrebbe potuto aggiungere volumi
e studi su nuove categorie psicologiche. E’ di queste ultimi giorni
l’accordo tra il Pd di Bersani e il SEL di Vendola forzatamente fumoso e
generico in un ardito esercizio di equilibrismo ( vedi post: http://mmizio.blogspot.it/2012/10/carta-d-intenti-pd-sel-psi-mi-pare-che.html), tanto per dire
tutto e dire niente, se non che si ricercherà un governo di larghe intese con
aperura alle forze liberali (in Italia sappiamo quali siano queste forze. Vero
Casini?) e conseguente chiusura a quel poco residuale che è rimasto della
sinistra ancora e sempre intenta a rimirare il proprio ombelico. Naturalmente
anche qui si dichiara di non buttare a mare l’esperienza entusiasmante,
soprattutto per i lavoratori, del Prof. Monti, che tanto bene ha fatto
all’Italia e agli italiani. Non dimentichiamo poi, l’opera rottamatoria dell’
Obama dell’Oltrarno, il giovin virgulto Matteo Renzi (http://mmizio.blogspot.it/2012/10/matteo-renzi-e-il-nulla-che-avanza.html)
che, in maniche di camicia va offrendo la sua
visione di società in camper,
fotocopiata pari pari dal Berlusconi di 20 anni fa (e anche lui ha il coraggio
di dichiararsi di sinistra!). Da annotare nelle ultime ore l’ autoesclusione
dell’ex tutto Veltroni, ovviamente dichiarazione resa nella disinteressata
presentazione televisiva del suo ennesimo inutile libro (se, per assurdo,
dovesse dar seguito alla sua minaccia di andare a fare il missionario in
Africa, non possiamo fare a meno di fare tanti auguri ai fratelli africani che,
non hanno fatto nulla , per meritarsi ciò), e la probabile esclusione, a meno
di non aver capito male le dichiarazioni di Bersani, del Richelieu del PD D’Alema.
Tutto
questo bailamme in un totale e assordante silenzio su quegli argomenti che
interessano più da vicino i cittadini:
lavoro, giustizia, scuola, sanità, precariato. Viene il sospetto, più
che giustificato che Monti sia per tutti una ciambella cui aggrapparsi per
nascondere la propria impotenza e la propria incapacità di proporre soluzioni e
letture della società diverse da quelle imposte dal pensiero unico dominante.
Oltretutto
sembrano tutti, nessuno escluso, non accorgersi del disinteresse e del non
coinvolgimento del popolo nelle loro questioni, viste ormai, a ragione, lontane
anni luce dai propri problemi che stanno diventando di pura e disperante
sopravvivenza.
Si
accontenteranno alle prossime elezioni di festeggiare un eventuale 2 o 3% in
più o, al contrario, di dimostrare che il 2 0 3% in meno non sarà stata una
sconfitta, facendo finta di non vedere la massa che non andrà proprio a votare
perchè schifata dai loro comportamenti, tanto finchè c’è Monti c’è speranza!
MIZIO
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