martedì 19 luglio 2011

CIBO E FINANZA




L’industria finanziaria è stata pronta nel negare il proprio ruolo nella spinta dei prezzi dei generi alimentari ma, con le prove che si accumulano giorno dopo giorno, l’Ecologist si libera del politichese per spiegare la realtà della speculazione sul ciboLa speculazione finanziaria nei paesi ricchi e industrializzati come il Regno Unito e gli Stati Uniti ha spinto in alto i prezzi delle fibre come il mais nelle nazioni a basso reddito.
Le banche come Goldman Sachs e Barclays hanno creato fondi che permettono agli investitori di speculare sul prezzo delle coltivazioni più importanti. Tutto ciò ha generato enormi profitti e si stima che Goldman Sachs ha ottenuto più di 1 miliardo di dollari nel solo 2009 e Barclays nello stesso anno circa 340 milioni di sterline grazie agli scambi delle commodity sul cibo.
Un report delle Nazioni Unite ha recentemente stimato che il totale investito negli strumenti relativi al settore alimentare è passato dai miliardi di dollari del 2003 a più di 55 miliardi nel 2008.
Comunque, scommettere sui prezzi degli alimenti ha un costo. Gli elevati volumi delle contrattazioni di questi fondi portano a una maggiore volatilità dei prezzi, come riferiscono gli attivisti, che va a colpire le famiglie povere dei paesi meno industrializzati, tanto da non potergli permettere il consumo di alimenti basilari e rendere così sempre più difficile la pianificazione e gli investimenti da parte degli agricoltori.
Le organizzazioni di beneficenza come Christian Aid e persino alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite stanno chiedendo regole più rigide per tenere a freno la volatilità dei prezzi, un qualcosa a cui l’industria bancaria si oppone con decisione.
Per aiutarvi a farvi un’idea degli argomenti proposti dalle due parti, l’ex broker Brett Scott ci fornisce questa guida per capire le speculazioni sugli alimenti

Cibo vero Vs. derivati

È importante capire la distinzione tra il mercato reale degli alimenti e il mercato dei derivati sull’agricoltura che si riferisce al vero mercato del settore agricolo. Un agricoltore ucraino che esporta la farina in Nord Africa si impegna a promettere a qualcuno che entra in un contratto di futures basati sul grano. Il primo è una transazione fisica spot e il secondo consiste in una transazione basata sui derivati.
I derivati sono contratti tra due contraenti. Ci sono opzioni e futures sul settore agricolo e ci sono swap e forward over-the-counter che vengono affidati dai venditori alle banche d’investimento. Questi contratti derivati sono, più o meno, analoghi alle scommesse sul mercato reale alimentare, così come le scommesse sportive si riferiscono a un evento sportivo. Prendere una “posizione” nei futures del grano, ad esempio, vuol dire mettersi nella posizione di vincere o di perdere a causa di un cambiamento del prezzo del grano. È concettualmente simile, anche se non è proprio la stessa cosa, al comprare fisicamente il grano fisico. È proprio come se uno lo stesse davvero comprando.
Lo scopo originario dei derivati sul settore agricolo era quello di permettere ai produttori di beni materiali di usare questa scommessa per proteggersi dai cali delle quotazioni (short hedging) e agli utilizzatori di questi beni di usare una scommessa per proteggersi da un incremento di prezzo (long hedging). Se non sei un produttore o un utilizzatore dicommodities reali e tutto quello che realizzi è una scommessa, in questo caso sei considerato uno speculatore. La controversia sulla “speculazione sul cibo” si riferisce alla speculazione del mercato dei derivati del settore agricolo, non tanto alle transazioni fisiche di questi beni.
La controversia può essere separata in due differenti istanze. Prima domanda: sono i players finanziari del mercato dei derivati sulle commodity che provocano la dissociazione da quello che “dovrebbe essere” il suo prezzo se esso riflettesse il bilanciamento tra la domanda e l’offerta del bene sottostante? Secondariamente, una tale dissociazione nei prezzi dei futures si può trasmettere al prezzo vero degli alimenti?
Sembrano domande semplici, ma non lo sono. Si può attribuire, ad esempio, una casualità tra un’attività speculativa sul cambio dei derivati americani e il vero cambio di valore del costo di una borsa di grano in Sud Africa? È quest’area grigia che fa sì che il dibattito si dirami in modo confusionario.

Cosa è che determina il prezzo?

La maggior parte delle teorie finanziarie ritiene che i prezzi dei futures siano determinati dalla cosa su cui scommette il future stesso, in modo molto simile al modo in cui una corsa di cavalli determina il valore delle scommesse sulla stessa corsa. In pratica, nella teoria finanziaria i prezzi dei derivati sono strutturalmente legati al valore del bene su cui sono basati e si suppone che seguano lo stesso andamento attraverso un processo chiamato arbitraggio per assicurarsi che, nel caso il prezzo del derivato si discosti troppo dal prezzospot dell’asset sottostante, venga così riportato verso questo stesso prezzo.
Ecco un esempio del mondo reale dai mercati del petrolio: all’inizio del 2009 i prezzi deifutures sul petrolio si sono alzati “troppo in alto” rispetto al prezzo spot del petrolio che poteva essere comprato in quel momento. I traders d’arbitraggio acquistano petrolio fisico, lo immagazzinano nelle petroliere e simultaneamente vendono i futures. Lo scopo della transazione è quello di comprare petrolio al prezzo odierno e poi trattenerlo per venderlo in futuro a un prezzo più alto. Questo tipo di scambio teoricamente consente ai traders di assicurarsi un profitto privo di rischio, a patto che il costo del “trasporto” del petrolio (ad es. l’immagazzinamento, l’assicurazione e i costi finanziari) non sia superiore alla differenza tra il prezzo spot e quello dei futures. Teoricamente, con questo processo, il prezzo spot e quello dei futures dovrebbero allinearsi per rimuovere l’opportunità di un profitto privo di rischio.
Sembra complicato? È abbastanza complicato. Ad esempio, chi ha in effetti la possibilità di noleggiare navi per immagazzinare petrolio? Ha importanza la qualità del petrolio stivato? Tutto ciò comporta un abbassamento dei prezzi dei future o fa innalzare il prezzo spot del petrolio? Ho l’impressione che nessuno lo sappia con certezza, perché la cosa importante, nel mercato delle commodities, è che i processi di arbitraggio sono complicati perché accedere alle commodities fisiche per mettere in pratica le relazioni di arbitraggio è difficoltoso.
La saggezza convenzionale delle relazioni matematiche tra prezzi spot e quelli dei derivati è stata comunque messa in discussione dal fatto che questa relazione può interrompersi, fino ad invertirsi, così che i prezzi spot sottostanti cominciano a muoversi verso i prezzi dissociati dei derivati, e non all’opposto. È analogo all’idea che scommettere sui cavalli possa determinare il risultato della corsa, un classico caso di “un cane che si morde la coda”.

Perché le banche hanno iniziato a scommettere sul cibo

Il fatto che le commodity fisiche siano sporche e ingombranti ha comportato che la speculazione su questi tipo di beni è generalmente dominata da agenzie specializzate negli acquisti fisici, come Glencore e Cargill. Ci sono delle indicazioni che suggeriscono come le banche siano sempre più coinvolte nel trading fisico così come, ma solo in uno stato iniziale, l’attività speculativa degli investitori si è sempre più sviluppata nel mercato deifuture sulle commodity. I classici della finanza, come “Market Wizards” pubblicato nel 1988, contengono interviste interessanti con speculatori che descrivono i loro successi negli anni ’70 nei mercati dei future della soia, del frumento e del grano, quando operavano a fianco di quelli che erano in questi mercati per scopi non speculativi. Molti di questi traders si troverebbero a loro agio nel mondo degli hedge funds o nei rami “proprietary trading” delle banche d’investimento.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. I futures, comunque, devono essere gestiti giorno per giorno. Questo va bene per unhedge fund specializzato, ma non per gli investitori istituzionali come i fondi pensione. Se glihedge funds sono dei predatori scaltri, i fondi pensione sono come degli immobili brontosauri, spesso all’oscuro degli andamenti al rialzo o al ribasso del day-to-day. La maggior parte dei fondi pensione che investono in azioni, obbligazioni e beni di proprietà non ha il tempo o la capacità di entrare e uscire dai futures. Vogliono comprare qualcosa che possa essere tenuto per anni, non contratti con una data di scadenza di sei mesi.
L’idea di “investire” in commodities si è potuta realizzare solo grazie all’avvento dei prodotti d’investimento collegati agli indici che sono stati progettati dalle banche d’investimento negli anni ’90. Tra questi ci sono gli exchange-traded fund (ETF) e gli equity-linked note basati sulle commodities. Questi strumenti sono molto interessanti per gli investitori: l’investitore mette semplicemente il proprio danaro nel prodotto e la banca d’investimenti che lo gestisce adotta una strategia commerciale per dare agli investitori un ritorno direttamente collegato all’indice di quella commodity, come se essi avessero davvero acquistato fisicamente il bene, ma senza la scocciatura di doverlo fare. Col tempo, questi prodotti hanno consentito un incremento sbalorditivo del numero delle persone che hanno investito in questo settore.
I prodotti basati sugli indici delle commodity, comunque, si basano essenzialmente suifutures. Qui c’è la parte tecnica: per creare prodotto finanziario basato su un indice, le persone che vendono alle banche entrano in transazioni swap con gli investitori, per mezzo delle quali passano i profitti dal mercato dei futures agli stessi investitori. Questi non ne sono necessariamente a conoscenza e la transazione swap potrebbe essere inserita tacitamente o all’interno di un prodotto d’investimento complesso, ma l’effetto pratico rimane lo stesso: il compratore sta tenendo posizioni futures per conto degli investitori e l’attività nel mercato degli swap crea così un’ombra nei mercati dei futures. Per coloro che sono interessati, questa ombra può essere osservata nei “Commitment of Traders Reports” del CFTC che illustra le posizioni del trading sui futures che sono state tenute dai partecipanti al mercato. La categoria chiamata degli swap dealers indica sempre posizioni “lunghe”, ossia significa che stanno comprando futures, probabilmente per conto degli investitori.http://www.stampalibera.com/

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