Dopo l'Italia, la Francia. La presa di posizione italiana, svizzera e tedesca contro il nucleare inizia ad avere ripercussioni anche su altre popolazioni, decise a dire addio ad una tecnologia pericolosa e obsoleta. L'associazione Agir pour l’environnement ha infatti già raccolto ben 26.000 firme per proporre anche in Francia unreferendum popolare contro il nucleare, reclamando a gran voce nella petizione il potere decisionale del popolo: "Il capo dello Stato si è impegnato solo a prendere in considerazione, a lungo termine, un dibattito tra esperti, a livello europeo... Il popolo è una volta ancora escluso delle grandi decisioni che lo riguardano. Noi non accettiamo più la morsa dell'oligarchia eco-predatrice. Noi non accettiamo più una tecnologia nucleare pericolosa ed antidemocratica. Noi reclamiamo un referendum per uscire dal nucleare".
Il popolo francese segue dunque l'esempio italiano e prova la carta del referendum, lanciando dure critiche ad un paese che "resta fermo nei suoi stivali" e al presidente Sarkozy che, si legge sempre nella petizione, "tenta di rispondere maldestramente alla catastrofe nucleare di Fukushima annunciando un’ennesima Grenelle che mal nasconde la sua volontà di salvare il soldato «nucléaire». [...] La caparbietà di cui da prova il Capo dello Stato rispetto al nucleare rilvela la più assoluta irrazionalità".
E anche in Francia, ovviamente, si prende come esempio negativo la tragedia di Fukushima: "Il Giappone, dopo l'Ucraina e gli Stati Uniti, subisce nel più profondo della sua carne la follia nucleare. Per non aver creduto, o saputo voler pensare l'impensabile, le nostra umanità è ancora una volta di fronte ad una catastrofe nucleare". Per questo l'associazione Agir pour l’environnement si impegna a porre la rinuncia al nucleare come tema centrale della prossima campagna elettorale, cercando di portarlo alla ribalta dell'agenda di cittadini, istituzioni e media.
Contemporaneamente, alcune organizzazioni nazionali e internazionali come Rete nazionale antinucleare italiana, Réseau zéro nucléaire, Mouvement des citoyens lotois pour la sortie du nucléaire e Les Jeûneurs Vigilants de Taverny, insieme a movimenti antinucleari e belgi, lanciano un appello internazionale per il rispetto della vita, chiedendo lo scioglimento dell'Agenzia Internazionale dell'energia atomica che "continua le sue scandalose pratiche industriali e commerciali con la complicità attiva delle oligarchie delle nazioni dominanti".
Il disastro giapponese ha scosso gli animi, inducendo governi e popolazioni a ripensare le politiche energetiche nell'ottica di una maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale. E nonostante Fukushima non faccia più parte delle priorità dei media, le immagini del Giappone sono ancora vive e nitide negli occhi di molti, tanto che in rete circola una "Petizione mondiale per Fukushima" in inglese, italiano e francese, che chiede alle Nazioni Unite, all'OMS e a tutte le organizzazioni internazionali e governi di aiutare il popolo giapponese a superare il terribile disastro. Non rimane ora che attendere i risultati della raccolta firme in Francia, per vedere se ci sarà una nuova mobilitazione per un deciso NO al nucleare. Di Eleonora Cresci
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