giovedì 23 giugno 2011

Nucleare: dopo l'Italia anche la Francia potrebbe proporre un referendum per dire no alle centrali


Dopo l'Italia, la Francia. La presa di posizione italiana, svizzera e tedesca contro il nucleare inizia ad avere ripercussioni anche su altre popolazioni, decise a dire addio ad una tecnologia pericolosa e obsoleta. L'associazione Agir pour l’environnement ha infatti già raccolto ben 26.000 firme per proporre anche in Francia unreferendum popolare contro il nucleare, reclamando a gran voce nella petizione il potere decisionale del popolo: "Il capo dello Stato si è impegnato solo a prendere in considerazione, a lungo termine, un dibattito tra esperti, a livello europeo... Il popolo è una volta ancora escluso delle grandi decisioni che lo riguardano. Noi non accettiamo più la morsa dell'oligarchia eco-predatrice. Noi non accettiamo più una tecnologia nucleare pericolosa ed antidemocratica. Noi reclamiamo un referendum per uscire dal nucleare".
Il popolo francese segue dunque l'esempio italiano e prova la carta del referendum, lanciando dure critiche ad un paese che "resta fermo nei suoi stivali" e al presidente Sarkozy che, si legge sempre nella petizione"tenta di rispondere maldestramente alla catastrofe nucleare di Fukushima annunciando un’ennesima Grenelle che mal nasconde la sua volontà di salvare il soldato «nucléaire». [...] La caparbietà di cui da prova il Capo dello Stato rispetto al nucleare rilvela la più assoluta irrazionalità".
E anche in Francia, ovviamente, si prende come esempio negativo la tragedia di Fukushima"Il Giappone, dopo l'Ucraina e gli Stati Uniti, subisce nel più profondo della sua carne la follia nucleare. Per non aver creduto, o saputo voler pensare l'impensabile, le nostra umanità è ancora una volta di fronte ad una catastrofe nucleare". Per questo l'associazione Agir pour l’environnement si impegna a porre la rinuncia al nucleare come tema centrale della prossima campagna elettorale, cercando di portarlo alla ribalta dell'agenda di cittadini, istituzioni e media.

Contemporaneamente, alcune organizzazioni nazionali e internazionali come Rete nazionale antinucleare italiana, Réseau zéro nucléaire, Mouvement des citoyens lotois pour la sortie du nucléaire e Les Jeûneurs Vigilants de Taverny, insieme a movimenti antinucleari e belgi, lanciano un appello internazionale per il rispetto della vita, chiedendo lo scioglimento dell'Agenzia Internazionale dell'energia atomica che "continua le sue scandalose pratiche industriali e commerciali con la complicità attiva delle oligarchie delle nazioni dominanti".
Il disastro giapponese ha scosso gli animi, inducendo governi e popolazioni a ripensare le politiche energetiche nell'ottica di una maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale. E nonostante Fukushima non faccia più parte delle priorità dei media, le immagini del Giappone sono ancora vive e nitide negli occhi di molti, tanto che in rete circola una "Petizione mondiale per Fukushima" in inglese, italiano e francese, che chiede alle Nazioni Unite, all'OMS e a tutte le organizzazioni internazionali e governi di aiutare il popolo giapponese a superare il terribile disastro. Non rimane ora che attendere i risultati della raccolta firme in Francia, per vedere se ci sarà una nuova mobilitazione per un deciso NO al nucleare. Di Eleonora Cresci

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