In questo dicembre, fine di un anno, combattuto tra l’
esorcizzazione goliardica della previsione Maya, e la ben più paurosa e reale
prospettiva di altri mesi e stagioni altrettanto dure e critiche, soprattutto
per i lavoratori, un ‘epidemia ha improvvisamente contagiato l’Italia.
Nel momento in cui la politica partitica tocca il punto
più basso della storia democratica del paese, in vista delle prossime elezioni
politiche e regionali si assiste ad una vera e propria corsa all’autocandidatura.
Il paese di santi, poeti e navigatori si scopre improvvisamente paese di candidati.
Ognuno adducendo motivazioni di nobile estrazione mettendosi , ovviamente al
servizio del paese, puntando però, tutti decisamente alla poltrona.
Voglia di cambiamento? Sincero spirito di servizio?
Macchè, molto più prosaicamente la voglia e il desiderio di difendere interessi
propri o di propri deleganti. La grande marea indignata e la voglia di
cambiamento che si aspettava da chi l’antipolitica la rappresenta e la
sbandiera (il movimento 5 stelle) ha visto alle parlamentarie una adesione
tutto sommato modesta (mancano dati ufficiali, ma non si dovrebbe andare oltre
le 25- 30mila preferenze), ma, in compenso, ha visto liti , divisioni, anatemi
e perfino espulsioni e denunce all’autorità tra candidati veri o presunti per stabilire il
diritto a rappresentare il movimento.
In maniera ben più corposa ci si muove negli schieramenti
storici, ognuno alla ricerca di una posizione che garantisca una rendita
mediatica , e non solo, per i prossimi anni.
Nel centro-destra i movimenti più appariscenti, tra
epurazioni e abbandoni, dovrebbero nascere diverse liste che rappresenteranno
quasi esclusivamente chi le sottoscrive e il proprio ambiente familiare.
Riappare Storace alla Regione Lazio, La Russa lascia il PDL e si avvicina ai
moderati centristi-montiani, Gasparri tiene il punto nel partito, La Meloni e
Crosetto varano una propria lista e fiutando il vento favorevole anche loro si
dirigono a vele spiegate verso le tranquille acque dei moderati centristi-montiani.
Scendono in campo imprenditori, rappresentanti del mondo
finanziario, ministri tecnici del governo Monti che hanno improvvisamente scoperto
il sacro fuoco della passione politica. Arrivano quindi le truppe cammellate di Montezemolo, Marcegaglia, Passera al grido di “Cambiamo l’ Italia”..
Ovviamente facciamo finta di non sapere che, negli ultimi venti anni , loro non
sono stati in vacanza alla Maldive, ma hanno occupato posti di responsabilità e di rilievo in settori non secondari e, magari, se avessero voluto fare
qualcosa, avrebbero potuto tranquillamente farla. Loro non avrebbero certo rischiato le
manganellate in piazza, come è successo molte, troppe volte ai lavoratori e
agli studenti italiani.
Ah, dimenticavo, tutti dichiarano di voler rappresentare la
“società civile”, da contrapporre evidentemente ad una società incivile di cui
loro pensano, evidentemente, di non fare parte. Quindi rappresentando loro, il
mondo imprenditoriale, finanziario, politico si desume che gli incivili sono i lavoratori, i
disoccupati, i precari, gli esodati gli studenti.. In effetti, in questo
balletto di autocandidature, di proclami e manifesti per salvare l’Italia sono
gli unici a non essere citati e tantomeno rappresentati.
Si dirà: come non sono rappresentati! E la sinistra i comunisti? (cit. Berlusconi) chi
rappresentano. Vorremmo tanto saperlo anche noi.
Bersani e il PD con la sua forte e, ormai maggioritaria
rappresentanza d’estrazione cattolica e moderata, si fatica a considerarlo di
sinistra, visto anche l’appoggio incondizionato alla macelleria sociale del
Governo tecnico Monti e al continuo riferimento alla continuità con l’azione
del suddetto governo.
Dopo le primarie che sembravano aver spinto col vento in
poppa l’ennesima “gioiosa macchina da guerra” alla scontata vittoria
elettorale, manovre interne tra le varie correnti, la discesa in campo di Monti
e l’ennesima riedizione del rappresentante del burlesque nazionale Silvio cominciano
a far vacillare le certezze iniziali.
Al grido di “rinnovamento” si stanno faticosamente e
dolorosamente stabilendo i criteri di scelta, tra quali e quante eccezioni per
la rieleggibilità, quote rosa, quote giovani ecc, ecc,,
Rimaniamo in s-fiduciosa attesa di sapere che cosa,
comunque, andranno a fare gli eventuali eletti.
Un merito va però riconosciuto, in qualsiasi modo verranno operate le scelte, D’Alema
e Veltroni non dovrebbero far parte della tenzone, e questo non ci dispiace poi
molto.
E poi c’è la lista Giannino, la probabile lista del Fede
nazionale, addirittura si paventa la presentazione di una lista che farebbe
capo ai fascisti di Forza Nuova”, pronti a sfruttare l’onda di protesta sulla falsariga di “Alba Dorata” in Grecia.
E poi c’è l’enorme marea di liste e candidati per le amministrative.
Movimenti locali, liste civiche, apparentamenti innaturali che porteranno
decine di migliaia di nostri connazionali a partecipare a quello che somiglia
sempre più a un mega concorso per assicurarsi la pagnotta. Non per tutti,
ovviamente, ma per la stragrande maggioranza, sicuramente si.
MIZIO
P.S. Viste le difficoltà sempre maggiori ad arrivare a
fine mese, se qualcuno volesse candidarmi, sono sul mercato pronto a vendermi
al miglior offerente. Ovviamente , con sincero spirito di servizio e per il bene del
paese!
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