mercoledì 20 marzo 2013

MEGLIO PAGARE IN NATURA....




Sicuramente il denaro non cresce sugli alberi, ma certamente cresce ad un ritmo molto più veloce, in special modo quando viene creato dalle banche come debito ad interesse. Nelle moderne economie, quasi tutto il denaro viene creato in questo modo. Per mantenere una provvista stabile di denaro, i debitori devono pagare sia il prestito iniziale che gli interessi sul prestito. Ciò significa che è necessaria una crescita economica in linea con l’interesse sul debito e in alternativa (o in aggiunta) inflazione; entrambi i fattori hanno giocato un ruolo considerevole nel secolo scorso.

Ma, per tornare al mondo reale, della natura, esistono dei limiti alla crescita: il limite ultimo è l’energia, necessaria a qualsiasi produzione. Gli esseri umani hanno bisogno di cibo per sopravvivere e riprodursi e la creazione di questo cibo necessita di energia che, in ultima analisi, deriva dal sole.

Uno dei motivi che hanno favorito la rapida crescita delle nostre economie negli ultimi duecento anni è stato l’aver scoperto una ricchissima fonte di energia solare concentrata sotto forma di combustibili fossili, accumulatisi in migliaia di anni nelle viscere della terra e sotto il fondo dei mari.

Siamo diventati sempre più efficienti nell’estrarre questi materiali dalla terra, mantenendo così l’illusione che il denaro con interesse dovuto alle banche corrisponda ad una legge naturale, sebbene non senza ripetute crisi finanziarie e cancellazioni di debito. È comunque sempre più chiaro  che la festa dell’energia a buon mercato sta finendo.

È oggi necessario creare un miglior meccanismo di feed-back tra il denaro, la nostra unità di conteggio universale, deposito di valore e mezzo di scambio, e la sorgente universale della vita.
Abbiamo pubblicato oggi un rapporto sulle valute in energia, il primo tentativo di rivedere le proposte esistenti e i progetti che collegano il denaro all’energia, o viceversa. Presentiamo una tipologia per aiutare a comprendere le differenti funzioni che queste valute in energia possono adempiere, sia in termini di ancoraggio del denaro al mondo naturale che di incoraggiamento a sviluppare attività economiche maggiormente sostenibili. Includiamo i casi di studio di una varietà di approcci al problema.

1) Sistemi di contabilità energetica, per esempio “La struttura Emergy” di Howard Odum . Questa struttura assegna un valore a tutti i beni in relazione all’energia solare (in emjoule) necessaria per crearli, piuttosto che al loro costo, che non ci dice nulla circa la loro sostenibilità. Se le valute nazionali fossero denominate in emjoule, i paesi con utilizzo pro-capite maggiormente efficiente (principalmente i paesi in via di sviluppo) vedrebbero le proprie economie divenire molto più competitive ed i propri debiti ridursi enormemente. 

2) Sistemi valutari energetici basati sul debito, come le Schede Kilowatt·ora negli USA. Queste schede consentono alla gente di pre-acquistare energia su schede o telefoni, sapendo che il proprio potere di acquisto rimarrà stabile qualsiasi cosa accada al prezzo dell’energia.

3) Sistemi valutari energetici basati sul credito, in cui vengono emessi dei buoni in cambio del contante investito nella produzione di energie rinnovabili. I buoni possono essere utilizzati in futuro per acquistare energia rinnovabile da pannelli solari di nuova costruzione o da campi eolici. Tali approcci auto-finanziati potrebbero superare quelli che spesso sono costi altrimenti proibitivi per progetti grandi e piccoli di energie rinnovabili.

Il rapporto include molti esempi di comunità locali che avviano piccoli progetti che traggono origine dalla frustrazione per la mancanza di progressi a livello nazionale. Ormai è ora che accademici, attivisti, governi e ONG collaborino per sviluppare ulteriormente e sviluppare in grande quegli schemi che abbiano riscosso maggior successo e forniscano i finanziamenti per collaudare la maggior parte dei concetti che, al momento, rimangono soltanto alla stadio di idee.

L’idea di mettere in relazione l’energia con il denaro non è nuova ma, forse, è giunto il momento di farlo.
DI JOSH RYAN COLLINS
resilience.org

Nessun commento:

Posta un commento