Il
papa che tuonava tanto contro il relativismo, si è rivelato poi il più
relativista di tutti, spiegandoci che la misura del giusto e dell'ingiusto
siamo noi stessi, le nostre forze e le nostre capacità. Un trionfo del
soggettivismo. Davanti al papa non più missionario, ma "dimissionario",
il popolo cattolico non ha fatto una piega. Per la coscienza cattolica il
criterio del giusto e dell'ingiusto è il fatto compiuto, perciò le basta che il
tutto sia ornato con qualche slogan, come "umiltà" o
"responsabilità". La cosiddetta "fede religiosa" si rivela
dunque conformismo puro.
Ma
il conformismo può assumere varie facce, compresa quella dell'apparente
polemica anti-sistema. Nel mese di febbraio, un po' prima delle elezioni, è
circolata marginalmente la notizia dell'incontro avvenuto a Roma nell'aprile
2008, fra Beppe Grillo e l'ambasciatore statunitense Ronald Spogli.
Si
è potuto anche venire a conoscenza della favorevole relazione dell'ambasciatore
riguardo all'incontro, una relazione inviata all'allora segretario di Stato,
Condoleeza Rice. La notizia era stata probabilmente diffusa per determinare un
piccolo disturbo alla campagna elettorale di Grillo; ma, ora che il Movimento 5
Stelle è diventato il primo partito italiano, con il 25% dei suffragi, la cosa
assume un peso diverso.
Un
movimento di opinione che arrivi a rappresentare il 25% degli elettori in nome
di un voto di protesta contro la corruzione del sistema politico, costituisce
obiettivamente un ossimoro, una contraddizione in termini. Infatti soltanto un
sistema elettorale assolutamente sano, e del tutto trasparente, potrebbe
offrire tanto spazio ad un voto di opinione. Avremmo quindi il paradosso di una
classe politica corrotta, che però garantirebbe un meccanismo elettorale
pienamente leale ed affidabile, che consentirebbe addirittura all'ultimo venuto
di diventare il primo partito. Invece pare che il sistema elettorale sia
davvero corrotto, tanto che persino la normativa ufficiale si è strutturata in
modo da favorire il voto di scambio, creando quell'efficacissimo strumento di
etero-direzione del voto che è la tessera elettorale, grazie alla quale è impossibile
sfuggire ai controlli del proprio capo-elettore
Il
voto controllato non è soltanto un affare di mafia, poiché nelle ultime
elezioni regionali lombarde si è riscontrato che il network CL/Compagnia delle
Opere è ancora in grado di esercitare un controllo capillare nei piccoli centri
della provincia; e ciò, ovviamente, in base al ricatto occupazionale, tanto più
drammatico ed efficace in un momento di depressione economica.
Che
l'exploit del M5S sia stato favorito da un'infiltrazione di voto controllato, è
un'ipotesi che potrà essere facilmente verificata o smentita nei prossimi mesi.
L'obiezione, scontata, ad un'ipotesi del genere potrebbe essere che
l'infiltrazione costituisce un fenomeno che coinvolge pressoché tutti i
movimenti che abbiano un minimo di articolazione organizzativa; perciò è
realistico ritenere che non esista neppure un solo movimento di opposizione che
non veda ricoperti alcuni dei suoi posti-chiave da personaggi che lavorano per
ben altri potentati.
D'altra
parte il M5S rappresenta una novità assoluta, senza l'ostacolo di alcuna
tradizione organizzativa, un contenitore ancora in gran parte vuoto, che
potrebbe essere riempito improvvisamente con contenuti del tutto sorprendenti,
soprattutto per chi lo abbia votato. Il primo risultato della vittoria
elettorale del M5S è di aver determinato una situazione di stallo parlamentare
che per mesi non potrà essere sbloccata con nuove elezioni, data la
contemporaneità del semestre bianco del presidente Giorgio Napolitano.
Ci
si potrebbe anche domandare quale potesse essere il pericolo costituito da un
personaggio come Bersani, in stato di assoluta sudditanza verso la NATO ed il
FMI. In realtà la quieta mediocrità di Bersani avrebbe costituito un problema
per la guerra psicologica coloniale, che ha il bisogno assoluto di coltivare
un'anomalia italiana, una estenuante conflittualità interna, che distragga
l'opinione pubblica dagli effetti crescenti del processo di colonizzazione
finanziaria e militare.
Persino
un advisor del Consiglio Atlantico, come Monti, è caduto vittima di queste
esigenze della psicoguerra, poiché in una situazione di stallo parlamentare
come quella attuale, una continuità del governo Monti avrebbe potuto
rappresentare, almeno per un anno, un ostacolo ad una piena anormalità
istituzionale. Ora che Monti è stato costretto a bruciare la propria immagine
di tecnico super partes in un'assurda campagna elettorale, la continuità del
suo governo risulta improponibile.
Era
facilmente prevedibile che, dopo essersi sorbiti anni di burlesconismo, gli
Italiani avrebbero dovuto affrontare un duro calvario di espiazione
("siete voi che lo avevate votato"). Un elemento tipico del
colonialismo è infatti la retorica dell'esotismo politico: un Paese strano e
bizzarro, capriccioso e "individualista", e chi più ne ha più ne
metta. Da un lato c'erano le interviste di Grillo ai corrispondenti stranieri,
mentre quelli italiani venivano allontanati con disprezzo. Corrispondenti
svedesi, tedeschi, inglesi che interloquivano con Grillo con quel misto di
commiserazione e compiacimento tipico delle razze superiori. Dall'altra parte i
corrispondenti italiani che sfoderavano con orgoglio la sudditanza dei
colonizzati: "I colleghi stranieri ci chiedono di spiegare cosa sta
accadendo con le elezioni in Italia, ma noi non riusciamo a spiegare... loro
non capiscono (sic!)...".
Naturalmente
la stampa estera ricomincia con l'eterno ritornello: l'Italia è ingovernabile,
l'instabilità mette a rischio l'euro, un euro in crisi si ripercuoterebbe
sull'economia USA, il rischio di un collasso del sistema solare diventerebbe
concreto, ed anche Alfa Centauri potrebbe avere dei problemi. Potenza di
Scilipoti !
L'effetto
distrazione-autodenigrazione sta funzionando. La vicenda del governatore della
Regione Sicilia, Crocetta, che si è visto respingere dalla base USA Sigonella
la sua lettera di revoca delle autorizzazioni ambientali per il nuovo impianto
radar, infatti è passata quasi inosservata.
Crocetta
ha dovuto far finta di considerare una propria vittoria le generiche
dichiarazioni del console statunitense circa un blocco dei lavori alla base di
Sigonella; e, del resto, da governatore regionale, Crocetta non avrebbe avuto
comunque strumenti per reagire. Non si può neanche imputare ai 5 Stelle
siciliani il fatto di aver impostato la questione di Sigonella in termini
puramente ambientali, dato che un governo regionale non possiede altri appigli
giuridici; anzi, va riconosciuto che almeno il problema è stato sollevato. Ciò
che invece lascia perplessi é che il M5S non abbia espresso reazioni a livello
nazionale, come se tutti i guai dell'Italia derivassero solo dai partiti. Oggi
anche Crocetta ha ritrovato le prime pagine dei quotidiani per la sua decisione
di abolire le province. Quindi si torna a temi meno rischiosi, e tutti interni,
come la riduzione dei costi della politica.
Ormai
risulta chiaro che Sigonella è sotto sovranità statunitense, e meno questo dato
arriva alla pubblica opinione, meglio è. Il problema della crescente
de-italianizzazione del territorio italiano risulta palese nel caso della base
NATO di Bagnoli, che avrebbe dovuto essere dismessa una volta che gli USA
avevano ottenuto un nuovo territorio in Campania, sul Lago Patria, nel Comune
di Giugliano. Si ha però l'impressione che gli USA dicano di voler dismettere
una base soltanto per ottenere ancora altri territori; ma poi le vecchie basi
si guardano bene dal cederle.
Mentre
si parlava della chiusura della base NATO, a Bagnoli è invece andata a fuoco la
contigua Città della Scienza, a causa di un misterioso attacco dal mare. Ma
guarda la coincidenza, a Bagnoli doveva chiudere la NATO, e invece è bruciata
Città della Scienza. Meno male che c'è la camorra, così c'è a disposizione un
colpevole che consente indirettamente di scaricare la colpa anche
sull'inciviltà di un'intera città. Ancora una volta funziona l'effetto
distrazione-autodenigrazione.
Di
coincidenze fortunate, la NATO ne incassa parecchie. Nel porto di Taranto, la
probabile chiusura dell'Ilva lascerà più spazio alla base dei sommergibili USA.
Chissà perché questa magistratura così inflessibile con l'Ilva, poi è andata di
corsa a calarsi le brache davanti alla multinazionale ThyssenKrupp.
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