LA
POPOLAZIONE DEGLI HUNZA NON SOLO E’ CENTENARIA
ma
non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro,
malattie del sistema nervoso, ecc..Vivono al confine nord del Pakistan all’
interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto
più longeva della terra.La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i
nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai
prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente
attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e
vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni.
Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora
piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.Gli strumenti
indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno
a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina
presente nelle loro terre.
DIGIUNO
E PRODOTTI VEGETALI
Gli
Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo
di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati
definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un
luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i
10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.Coltivano orzo frumento, miglio, grano
saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e
avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere
e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per
settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi
viveri rimasti in attesa del primo raccolto.Il bello è che questa “bizzarra”
consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a
debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto
nella popolazione straordinarie capacità di vigore.Un Hunza può andare
camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.Le
forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle
spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.
IL
DIGIUNO NEL MONDO ANIMALE
Anche
in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei
periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi
mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’
altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente.
Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’
accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno,
quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro
energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e
quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il
doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km,
non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi
cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e
nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo,
vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori.
Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa
risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della
posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata
da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed
è per questo che apporta molti benefici.
L’ultimo
elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la
composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza
possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed
elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e
ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più
semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi
metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph
rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che
l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno
invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde
ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.Oggi il
territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì
sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale
sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche
cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce
bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo”
evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto
come innaturali e dannose.
CONCLUSIONI
Andrea Conti Dottore in Fisioterapia Università degli Studi di Roma
!
http://ilfattaccio.org
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